Twin Detectives
Foto di Luca Bolognese
TWIN DETECTIVES
Spettacolo
teatrale di e con Gianluca Marinangeli
Regia
di Piero Massimo Macchini
Una stanza, una scrivania, una macchina da scrivere, una foto,
un attaccapanni, trench, cappello, guanti, pistola, sacchetti…
Un efferato omicidio di una donna e altri che seguono e che
potrebbero essere collegati tra loro.
Una città immersa in una coltre di paura e sospetti, come
fossimo a Twin Peaks.
Una serie di indizi più o meno reali.
Due detectives gemelli che si contendono maldestramente la
soluzione dell’enigma, l’uno silenzioso, riflessivo e metodico, l’altro
parlante, osservatore, un po’ ingenuo, ossessionato dall’ingombrante e quanto
mai “vivace” ex moglie.
Questi gli invitanti ingredienti di “Twin Detectives”,
spassosissimo show tra visual comedy e teatro comico, andato in scena in prima
assoluta all’Auditorium Giusti-Lagrù di Sant’Elpidio a Mare dall’11 al 14
aprile, scritto e interpretato da Gianluca Marinangeli con la regia di Piero
Massimo Macchini.
In un’atmosfera che evoca sapientemente il fascino del noir, la
leggerezza della commedia e l’espressività umoristica del cinema muto di
Chaplin, Gianluca Marinangeli pennella con una comicità surreale, arguta,
colta, a volte grottesca i due protagonisti che, nell’aspetto esteriore,
potrebbero ricordarci l’investigatore Philip Marlowe, ma che finiscono per
assomigliare nella sostanza all’ispettore Clouseau, reso immortale dal grande
Peter Sellers.
Le scene sono tutte da gustare, in un crescendo di risate che
manderebbe in tilt anche la più avanzata delle macchine della verità.
Lo spettatore viene anche coinvolto in una sorta di
interrogatorio collettivo e inizia a percepire che qualcosa si è modificato
nella chimica del suo corpo.
Il riso risuona dentro e fuori e si sparge intorno come
portentoso medicamento.
Lo psicoanalista Massimo Recalcati ci insegna che “ogni volta
l’amore ci salva dalla ferita del mondo”, e non se la prenda troppo il nostro
disincantato detective chiacchierone.
In fondo anche l’ardua arte di far ridere e di farlo in maniera
seria è una nobilissima forma d’amore, capace di lenire le angosce che a volte
ci tiranneggiano.
Il Riso e il Sorriso sono mezzi infallibili per evadere dal
comodo ma grigio “club dei cuori infranti”.
Essi ci infondono coraggio e gioia e dovrebbero a pieno titolo
essere promossi a patrimonio intangibile ma irrinunciabile dell’Umanità.
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