La Casa che saranno






PIERLUIGI ARISTEI, La Casa che saranno, Prospettiva editrice



Protagonisti di questo romanzo sono le emozioni e il viaggio verso la loro liberazione in forma di poesia. Un uomo siede in un molo immaginario, si pone in ascolto di esse e osserva i ricordi che riaffiorano e si mescolano alla voluttà del futuro. I moti dell’animo sembrano scendere da una dimora che non è solo interiore ma anche fisica e che pian piano viene da essi configurata come un palazzo antico ristrutturato nel quartiere Monti di Roma. Un parco, una villa, un dondolo cessano di essere mere entità concrete per trasfigurarsi in sostanza di ricordo e desiderio. La Casa che sono e che saranno le emozioni finalmente liberate. La voce dell’autore intercala la storia di Peter ed Ellis e si fa regista dei pensieri di Peter, della sua vita quotidiana tra amicizia, lavoro e soprattutto Ellis e il loro amore sensuale e profondo. I lieti ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza non costituiscono mai motivo di nostalgia, bensì di slancio verso un futuro carico di promesse. Il linguaggio è elaborato e ben modulato, pur conservando un tono spesso confidenziale con il lettore. Quest’ultimo viene coinvolto da uno sguardo un po’ di bambino, un po’ di viaggiatore che immagina la futura meta ancor prima di scorgerla e raggiungerla. Leggendo, ci si accorgerà che non potrà che essere l’amore il primo passo di un cammino lungo ed entusiasmante alla riscoperta della propria natura e delle aspirazioni più autentiche. Particolarmente appropriate in questo senso mi sembrano la citazione del libro “Donne che corrono coi lupi” di Clarissa Pinkola Estés e la piacevole divagazione sul tango che insieme contribuiscono a delineare il senso della relazione amorosa intesa come unione tra due esseri che si riconoscono e che imparano a vedere nell'altro il riflesso della propria dignità e libertà di gioire.



Alessandra Gabbanelli

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