Don Pasquale
Foto fonte Internet
Agosto 2014
Il 3 e il 27
agosto siamo invitati a Villa Colloredo Mels di Recanati che ospiterà “Don
Pasquale” nell’allestimento di Villa InCanto. Il M° Riccardo Serenelli ci guiderà alla
scoperta di questo Dramma Buffo in 3 atti di Gaetano Donizetti in cui ritmo
incalzante e situazioni divertenti si mescolano a espressioni sentimentali e
toni malinconici in un perfetto e raffinato equilibrio. Gli interpreti
presteranno la loro voce e la loro arte scenica per dar vita e sostanza ai
personaggi che agiscono e interagiscono in un gioco esilarante che via via si
trasforma in occasione di riflessione. Hiroko Morita è Norina, giovane vedova
frizzante e pungente. Non abbiamo dubbi sulla sua capacità di conferire al
personaggio brio, spregiudicatezza ma anche una vena di turbamento nel momento
in cui la burla di cui è protagonista si spingerà troppo oltre. Carlo
Giacchetta è Ernesto, giovane innamorato di Norina e nipote di Don Pasquale.
Con grazia e incisività saprà sottolineare la determinazione del personaggio ed
evocare contemporaneamente un’atmosfera romantica, suadente. Ferruccio Finetti
è il Dottor Malatesta, amico di Ernesto e Norina che organizza, con l’attiva
complicità di quest’ultima, la beffa ai danni di Don Pasquale. Vedremo con
molto interesse come riuscirà a interpretare efficacemente un personaggio in
cui la brillante scaltrezza si accompagna ad una naturale eleganza. Davide
Bartolucci affronta il ruolo del protagonista in cui dizione, sillabazione, vis
comica e profondità di accenti si coniugano con mirabile equilibrio. Scopriremo
come, con talento e sapienza, caratterizzerà il personaggio evidenziando magari
i punti di contatto ma anche le differenze rispetto, ad esempio, al Dottor
Bartolo (“Il Barbiere di Siviglia” di G. Rossini). Don Pasquale è un anziano
signore un po’ presuntuoso e autoritario, chiuso in un egoismo senile che lo
porta alla decisione di diseredare il nipote Ernesto che intende sposare
Norina. Suggestionabile e smanioso di prendere egli stesso moglie, cade nel
tranello ordito a suo danno da coloro che sono in qualche modo costretti
all’inganno per poter occupare il
proprio spazio e dare forma ai propri legittimi desideri, in un mondo in cui l’autorità patriarcale è
ancora imperante. Ma la burla si trasforma gradualmente in crudele e
ingiustificata derisione fino al punto che Norina arriva a percuoterlo con uno
schiaffo. Da questo momento, la crescente e un po’ ridicola apprensione di Don
Pasquale per il suo patrimonio dilapidato lascia posto all’amara constatazione
di aver perduto ogni controllo del suo piccolo mondo e di essere soltanto un
anziano così vulnerabile da poter essere picchiato da una giovane donna. E’
così che nello spettatore, accanto al riso, si fa strada un senso di disagio e
di affettuosa tenerezza per quest’uomo ormai immerso nel tramonto della vita
che piange sulla sua dignità umiliata. Egli ha percepito in sé un barlume di
vitalità, si è ostinato a incanalarlo in maniera certamente inadeguata, ha
creduto di afferrare una possibilità finché la realtà non ha fatto irruzione
infrangendo quest’illusione. In fondo molti di noi, come lui, si saranno a
volte sentiti una sorta di “Alice nel Paese delle meraviglie”, o troppo grandi
o troppo piccoli, comunque non proporzionati al reale. I giovani protagonisti
ne escono ovviamente vincitori ma le ultime parole di Norina nascondono un filo di arroganza proprio di
chi, ancora in verde età, pensa che chi non possiede più la giovinezza non
abbia più alcun diritto alle gioie di un affetto e al brivido di un’emozione.
Al nostro Don Pasquale, sconfitto e rassegnato al corso naturale degli eventi,
non resta che dare bonariamente la propria benedizione a Norina ed Ernesto e
consolarsi per essersi almeno liberato dall'incubo di un’esosa e bisbetica
moglie, con un pizzico di sincera solidarietà del pubblico.
Alessandra Gabbanelli
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