Granelli di polvere, granelli dorati
Foto fonte Internet
Mi rifugio nel ventre del buio, respiro piano e cerco un punto
nelle pieghe della notte.
C’è tanto spazio accanto a me, un abisso di spazio piatto.
Non avverto più, su di me, i tuoi occhi nocciola scheggiati di
verde, non il tuo aroma lascivo a lusingarmi le narici, non il tuo tocco a
rimescolarmi.
Non percepisco contorni che mi disegnino, sono solo sagoma senza
volto, erosa dalla propria insufficienza, troppo alta o troppo bassa, atterrata
da forze beffarde, come in un antico sortilegio.
Nascono dentro suoni sommessi, via via più insistenti.
Chi mi chiama? Chi scandisce con affanno il mio nome?
Figure indefinite tendono a me mani scarne, esangui, i volti
plumbei, la gola disseccata come fango bruciato.
Sento il loro grido propagarsi nelle viscere e un’onda repentina
sferzarmi nel profondo.
Vorrei chiudere gli occhi, allontanarmi da questa marea che mi
sovrasta impietosa.
Come sassi fluttuanti, mi battono le ordinarie meschinità, mi
stordiscono le indicibili crudeltà che imbrattano la terra.
Visi umani si confondono a volti animali, specchi irriverenti di
ipocrisie e avidità senza redenzione.
Sullo sfondo foreste ardenti, traboccanti terrore, presto
desolati deserti.
E’ affollata questa notte e densa di rabbia.
Pulsano le piaghe invisibili, ma non possono annientare il sogno
che il baratro si colori, a poco a poco, di arbusti rigogliosi, si sazi,
finalmente, di rinnovate prospettive e si tramuti, almeno in parte, in un’agorà
in cui a ogni vivente sia riconosciuta dignità, la benevolenza divenga
abitudine, la giustizia strumento irrinunciabile, il genio maschile e quello femminile
siano l’uno accanto all’altro.
Ma tu non svegliarti, non aprire ancora gli occhi su questa
esistenza imperfetta.
Porrò accanto a te una coppa colma di spezie, un laico Graal.
So che la ignorerai, la lascerai ai soffi del vento.
Ma chissà, magari qualche granello raggiungerà i tuoi passi.
Ti sembrerà soltanto una lieve brezza mattutina, ma ti accorgerai
con stupore che poserà sulla tua pelle minuscole pagliuzze dorate.
Alessandra Gabbanelli
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